A day in the life con Irene Vignes

Lo scorso agosto, Irene Vignes, Quality Manager in Tecnocap, è stata intervistata dalla rivista “The Canmaker”. Lo scopo del’articolo era quello di sottolineare l’importanza della presenza femminile in azienda.

Di seguito si riporta la versione italiana dell’intervista.

«Sono laureata in Scienze e Tecnologie Alimentari all’università di Napoli “Federico II”. Dopo la laurea, mi sono specializzata nel “controllo qualità” nel settore alimentare. Nel 2016 inizia la mia esperienza in Tecnocap, azienda specializzata nella produzione di capsule metalliche e bombole e bottiglie in alluminio. Oltre in Italia, l’azienda ha stabilimenti anche in Repubblica Ceca, USA, Ucraina e Spagna.

Come sei entrata nel mondo della produzione in latta?

Provengo dal settore del Food. Ho lavorato per diversi anni in Kraft e poi per il Pastificio A. Amato. Nel corso di queste esperienze ho approfondito i temi legati alla Sicurezza Alimentare ed all’innovazione negli imballaggi per preservare le caratteristiche dei prodotti, soprattutto quelli di alta gamma. Il passaggio in Tecnocap, produttore di chiusure metalliche per Alimenti e Bevande è stato quasi un’evoluzione naturale di queste esperienze e mi ha consentito di dedicarmi anche allo sviluppo di soluzioni innovative, totalmente riciclabili, eco-compatibili e sempre più sicure.

Quali sono le tue attività e responsabilità quotidiane? 

Sono responsabile di tutti i processi di qualificazione del sito produttivo per gli audit di II e III parte. Mi occupo del mantenimento e aggiornamento del sistema qualità e delle certificazioni aziendali.

Qual è la parte più coinvolgente del tuo lavoro? 

La parte stimolante del mio lavoro è il confronto continuo con i clienti e con le altre funzioni aziendali ma l’aspetto più sfidante è il raggiungimento di per la standardizzazione dei processi di qualità dei vari stabilimenti del Gruppo Tecnocap nel mondo.

Qual è il segreto del successo in azienda?

Come per tutte le attività, credo sia fondamentale avere una visione chiara dell’obiettivo che si vuole raggiungere e un progetto che includa azioni, tempi e risorse per il suo sviluppo. Il punto di forza è rappresentato poi dalle persone. Bisogna saper costruire team di lavoro con forti attitudini alla collaborazione, coinvolgere risorse giovani con idee innovative e promuovere una sana competizione.

Quali sviluppi si prevedono nei prossimi cinque anni?

Credo che nel prossimo futuro l’industria subirà una decisiva trasformazione digitale e tecnologica. Non credo siamo molto lontani da concetti come intelligenza artificiale e automazione, dove la risorsa umana dovrà sviluppare nuove competenze che gli consentano di cooperare con le nuove tecnologie. Un altro ambito importante sarà la ricerca e l’innovazione di materiali e prodotti sempre più sostenibili e in grado di ridurre al minimo l’impatto ambientale.

Qual è il miglior consiglio che hai ricevuto e chi te l’ha dato?

“Dai il massimo e focalizzati sui risultati che vuoi raggiungere”. Una docente delle scuole superiori mi spronava e mi motivava sul valore dell’impegno e sull’approfondimento delle conoscenze come base per la propria crescita professionale e personale. Il suo contributo è stato determinante e sono riuscita a mantenere alta la concentrazione sui miei obiettivi in un periodo della mia formazione in cui le molte difficoltà personali avrebbero potuto sopraffarmi.

Qual è la persona che ammiri di più? 

Ammiro mia suocera incondizionatamente. E’ un primario medico ed è riuscita ad affermarsi nella sua professione in un periodo in cui la donna, in Italia, aveva ottenuto da pochi anni la possibilità di approcciare il mondo del lavoro e raggiungere traguardi sino ad allora riservati agli uomini. Negli anni 70, ha dovuto scontrarsi con i pregiudizi delle precedenti generazioni che mal tolleravano le donne in posizioni di comando o di prestigio.
Di lei apprezzo soprattutto l’abilità di conciliare gli impegni familiari con le responsabilità lavorative e di continuare ad avere ancora oggi una vita ricca di interessi. Per me lei rappresenta un importante riferimento di vita.

Quale sarebbe il titolo della tua autobiografia? 

“Ci vuole forza per diventare chi realmente sei”, perché non mi sono mai lasciata condizionare dalle situazioni e dagli eventi, perseguendo i miei obiettivi anche quando tutto sembrava remare contro.

Qual è il tuo piatto preferito e dove vorresti mangiarlo?

Adoro la pizza, da gustare con gli amici all’aperto, in terrazza, nelle calde sere di primavera e in estate.

Qual è il tuo prodotto in scatola preferito? 

Tra i cibi in barattolo, preferisco in assoluto i pomodori datterini, per il loro gusto naturalmente dolce, avvolgente e deliziosamente intenso».

Screenshot dell’articolo pubblicato su”The Canmaker

 

 

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